Un boom di sottoscrizioni dei Buoni Postali e dei Titoli di Stato era prevedibile essendo strumenti redditizi e senza penalizzazioni.
Le famiglie italiane si avvicinano al mondo degli investimenti con cautela scegliendo di sfruttare strumenti di risparmio come i Buoni Fruttiferi di Poste Italiane e i Titoli di Stato ora che sono più redditizi che mai. Scopriamo perché.
Gli italiani hanno capito che lasciare i risparmi fermi sul conto corrente non è conveniente. Sono facile preda dell’inflazione, del canone mensile, dell’imposta di bollo. Invece che crescere il denaro diminuisce e gli sforzi fatti per accumulare risparmi – anche attraverso rinunce quotidiane – non vengono ripagati. I piccoli risparmiatori, però, non intendono speculare e rischiare di perdere i propri soldi.
Puntano ad un investimento che sia relativamente sicuro, che faccia crescere i risparmi nel tempo evitando i grossi rischi. Da qui la scelta dei Buoni Fruttiferi, un prodotto di Poste Italiane che oltre le caratteristiche che da tantissimi anni sono apprezzate dalle famiglie – la garanzia dello Stato Italiano, la tassazione agevolata, la flessibilità – presenta oggi un nuovo aspetto che rende i Buoni ancora più redditizi e meno penalizzanti. Da aprile, infatti, non sono più inclusi nel calcolo dell’ISEE, l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente.
Il Governo ha inserito l’uscita dei Buoni Postali dall’ISEE nella Legge di Bilancio 2024. C’è voluto più di un anno ma, finalmente, ad aprile i cittadini non dovranno più inserire gli strumenti di risparmio con importo inferiore a 50 mila euro nella Dichiarazione Sostitutiva Unica per il calcolo dell’ISEE. Significa ridurre il valore dell’Indicatore e ampliare le possibilità di accedere a Bonus e agevolazioni.
Ecco perché tantissime famiglie stanno spostando i risparmi dal conto corrente (qui sarebbero conteggiati nel calcolo ISEE incidendo sulla giacenza media e sul saldo annuale) al Libretto Postale per poi investire in uno o più Buoni Fruttiferi. Al momento i più redditizi sono i Buoni per minori con rendimento del 5%, il Buono Ordinario e il Buono 3×4 con il 3%.
Procedendo entro il 2025 con la sottoscrizione di un Buono Fruttifero si potrà abbassare l’ISEE 2027. Ricordiamo, infatti, che il calcolo ISEE si effettua su redditi e patrimoni nel secondo anno precedente a quello di presentazione della DSU (ISEE 2027 con dati 2025). Lo stesso discorso vale per i Titoli di Stato. Anche questi strumenti di risparmio e investimento sono stati tolti dalla DSU. I risparmi investiti in BTP, ad esempio, non dovranno più essere inseriti nella DSU. Già prima di questa novità le famiglie erano molto attratte dai BTP Valore e BTP Più, ora si prevede un ulteriore boom di sottoscrizioni durante le prossime collocazioni non essendoci penalizzazioni.
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