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Cosa Sono Le Liquidity Pool?

In questo articolo spieghiamo cosa sono le liquidity pool, come funzionano e il loro ruolo nell’ecosistema DeFi. Parleremo anche dei vantaggi delle liquidity pool e le differenze tra quelle che oggi sono le più usate negli exchange.

Cosa Sono Le Liquidity Pool?

Le liquidity pool rappresentano il cuore della tecnologia dietro all’ecosistema DeFi, sono una parte essenziale di Automated Market Maker (AMM), yield farming e protocolli per i prestiti, giusto per citare alcune delle aree di pertinenza della finanza decentralizzata.

Una liquidity pool è in pratica un deposito di fondi bloccati in uno smart contract. Sono usate per permettere una serie di funzioni, come il trading o i prestiti, rappresentano la colonna portante di tanti exchange decentralizzati (DEX).

Prima di approfondire il meccanismo che sta dietro le liquidity pool e gli automated market maker, però, cerchiamo di capire qual è la loro funzione.

A Cosa Serve La Liquidity Pool?

Al momento esistono due tipi di DEX su Ethereum, vale a dire gli exchange di order-book peer-to-peer, come Radar Relay, e gli exchange di liquidity pool, come Bancor e Uniswap.

Il metodo più usato per il trading dagli exchange di criptovalute è l’order-book, che serve per far incontrare compratore e venditore, e si affida a un sistema bid/ask.

Nel trading order-book acquirenti e venditori fanno un ordine al prezzo che hanno scelto per un token, in cui i compratori fanno un ordine per l’acquisto e i venditori ne fanno uno per le vendite. Da un lato i compratori cercheranno di acquistare al prezzo più basso, i venditori cercheranno di vendere al più alto possibile. Perché avvenga lo scambio, entrambi devono trovare un accordo sul prezzo.

Un meccanismo che incrocia domanda e offerta permette l’incontro tra l’ordine d’acquisto e il prezzo proposto, che va a buon fine quando il sistema trova una compatibilità.

Nel trading di tipo order-book ci sono di solito due tipi di trader:

  • Taker cioè i trader che prendono il prezzo determinato dal meccanismo bid/ask già stabilito nell’order-book.
  • Market maker cioè i trader che piazzano ordini a prezzi che non sono al momento disponibili sugli order-book. Sono quelli che forniscono liquidità e permettono ai trader di scambiare senza aspettare che un altro compratore o venditore si presenti.

Se da una parte questo tipo di trading funziona bene quando ci sono abbastanza buyer e seller nel mercato e per le valute per le quali c’è molta domanda e liquidità, potrebbe non essere la scelta migliore per i token che hanno scarsa liquidità per via degli interessi o i volumi bassi. Questi token sono difficili da piazzare nella compravendita, ma soprattutto sono soggetti a forti oscillazioni nei prezzi per via del numero imponente di transazioni individuali.

Di conseguenza ci sono meno probabilità che siano adottati i token caratterizzati da alta volatilità e scambi inefficaci. Nella DeFi, la dipendenza eccessiva da market maker esterni può portare a transazioni troppo lente e costose.

È qui che entrano in gioco gli Automated Market Maker (AMM) e le liquidity pool. AMM hanno cambiato le regole del gioco visto che non hanno bisogno di order-book. Al loro posto usano gli smart contract per formare le liquidity pool che automaticamente effettuano gli scambi in base ai parametri predefiniti. Le liquidity pool quindi permettono di prescindere dalla quantità effettiva di token per effettuare gli scambi e assicurano costante liquidità a livelli di prezzo diversi.

Come Funzionano Le Liquidity Pool? 

Di base una liquidity pool detiene due token e crea un mercato per una specifica coppia di token su una DEX. Un esempio comune è la coppia DAI/ETH. Il primo liquidity provider (LP) è quello che determina il prezzo iniziale dei due asset nella pool appena creata e aggiunge una quantità di token di pari valore. Per esempio, si può iniziare con 10$ di DAI e 10$ di ETH.

A questo punto si può iniziare a scambiare la liquidità nella liquidity pool. L’acquirente per comprare non ha bisogno che sia presente un venditore in quel preciso momento, ma che ci sia liquidità nella pool. Questo significa anche che la liquidity pool permette ai trader di effettuare gli scambi di fondi in qualsiasi momento, 24/7.

Il concetto di una pari fornitura di entrambi gli asset è lo stesso per tutti i fornitori di liquidità che vogliono fornire questa liquidità alla pool. Dato che chiunque può diventare fornitore di liquidità se possiede quel determinato asset richiesto dalla piattaforma scelta, gli AMM hanno reso il processo di intermediazione finanziaria, il market making, estremamente più accessibile.

In cambio, chi ha messo a disposizione i propri fondi come fornitore di liquidità guadagna token speciali detti LP in proporzione alla quantità che ha condiviso rispetto alla liquidità complessiva. Ogni volta che avviene uno scambio, una commissione sulle transazioni viene distribuita tra tutti i Liquidity Provider.

Se un fornitore di liquidità decide di riprendere la propria liquidità e le fee maturate, dovrà bruciare i token LP in suo possesso.

Il rapporto tra i token nella Liquidity Pool determina il prezzo degli asset. Quindi, se per esempio si acquista un DAI dalla pool che accoppia DAI/ETH, la disponibilità di DAI diminuisce, mentre la disponibilità di ETH aumenta in maniera proporzionale. Questo si riflette sull’aumento del prezzo di DAI e la diminuzione del prezzo di ETH.

È importante sottolineare che le pool più grandi permettono ai trader più grossi di operare senza determinare grosse oscillazioni dei prezzi. Cioè diminuisce l’incidenza dello spostamento dei prezzi, noto come slippage, cosa che garantisce una migliore operazione di trading.

Quando Si Usano Le Liquidity Pool

Uno dei principali protocolli DeFi usato per scambiare criptovalute e che si basa sulla forma più essenziale di liquidity pool è Uniswap, un exchange decentralizzato di token ETH ed ERC-20 che carica una commissione sul trading dello 0,3% su tutte le sue pool.

Ma sono numerosi i DEX che fanno affidamento al principio base delle pool di liquidità ma si differenziano tra loro per alcuni elementi in concreto come Bancor, Sushiswap, Curve e Balancer.

Dopo aver compreso che l’idea alla base degli Automated Market Makers non funziona altrettanto bene con le stablecoin o i token wrapped, cioè il cui valore è ancorato a quello del token originale, Curve che è una liquidity pool di scambio attiva su Ethereum, ha sviluppato un algoritmo in parte diverso in grado di garantire fee e slippage più bassi.

Anche Balancer gestisce le liquidity pool in un modo diverso, consentendo la disponibilità fino a otto token nella stessa pool, a differenza della solita coppia di asset.

Le liquidity pool possono essere usate in molti modi diversi, tra i principali c’è il liquidity mining o yield farming attraverso il quale i fornitori sono incentivati a fornire liquidità ad alcune pool con token extra.

Liquidity Pool – Rischi E Vantaggi

Se comparate con il tradizionale modello order-book, le liquidity pool presentano quattro vantaggi essenziali:

  1. Assicurano liquidità costante a qualsiasi livello di prezzo.
  2. L’attribuzione automatica dei prezzi permette un’intermediazione finanziaria passiva.
  3. Chiunque può fornire liquidità se possiede l’asset giusto in base alla piattaforma scelta.
  4. Riduce lo scollamento tra le transazioni e le commissioni sui consumi elettrici più basse.

Va detto però che l’uso delle pool di liquidità non è privo di rischi. Perdite temporanee, bug negli smart contract, rischi sistemici e manomissioni delle pool da parte degli hacker sono solo alcuni dei problemi, ma ne parleremo in seguito.

In breve, le liquidity pool si sostituiscono agli order-book centralizzati e assicurano liquidità costante. Allo stesso tempo riducono in maniera sostanziale la dipendenza da intermediari finanziari esterni, i market maker, per fornire liquidità costante ai DEX.

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