In un articolo del Sole 24 Ore è apparso un interessante articolo su crypto quadro RW del modello Redditi. Finora quello che sapevamo è che bisognava dichiarare il possesso di criptovalute nel modello 730, pensa sanzioni.
Questo perché gli asset crypto sono stati assimilati a attività estere e, in quanto tali, andavano dichiarate nel quadro RW della dichiarazione dei redditi.
Questo non significa che gli asset sono automaticamente soggetti a tassazione ma a monitoraggio fiscale sì. La tassazione del 26% scatta se nel wallet la giacenza supera 51.645,69 euro per sette giorni consecutivi.
Se non viene effettuato il monitoraggio fiscale, la sanzione va dal 3 al 15% dell’importo non dichiarato. Nei casi più gravi si rischia perfino la reclusione. Avevano scritto un articolo su come dichiarare le crypto nel 730 e cosa si rischia.
Crypto, quadro RW: le novità
Adesso, per quanto riguarda il tema crypto quadro RW c’è una novità. I proventi che arrivano dallo staking non solo non sono sottoposti a tassazione ma non rientrano neanche nel monitoraggio fiscale.
Questo significa che non bisogna dichiararli nel quadro RW del modello 730 a patto che la piattaforma su cui è appoggiato il wallet sia italiana.
È quanto emerge dalla risposta dell’Agenzia delle Entrate a un interpello di un commercialista romano. L’Agenzia, nel rispondere, ha dispensato il contribuente dalla dichiarazione nel modello 730 del reddito da staking.
Questo perché non è possibile equiparare tale attività a un’attività estera, essendo il wallet aperto presso una società totalmente italiana, la Cryptosmart srl.
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