Le preoccupazioni sul possibile deficit globale ha fatto sì che Ray Dalio, il più grande manager di hedge fund, si interessasse a Bitcoin. Dopo esserne stato parecchio dubbioso.
Dalio ritiene che il dollaro USA vivrà una svalutazione simile a quella del 1971 e che la Cina rappresenti una minaccia. Ecco perché ritiene, date le circostanze, che il Bitcoin sia parecchio interessante come strumento di risparmio.
Sostiene inoltre di preferire il possesso di un Bitcoin a quello di un bond, in uno scenario inflazionista, e ha precisato: “I have some bitcoin“.
Si tratta di una posizione simile a quella del miliardario Stanley Druckenmiller.
Lo scorso novembre, Dalio manifestava pubblicamente il proprio scetticismo verso le criptovalute. Già a gennaio iniziava a ritrattare sostenendo che esiste la possibilità che Bitcoin e i suoi concorrenti possano riempire la crescente domanda di un bene rifugio alternativo.
Questo è quanto di più vicino a una presa di posizione nei confronti delle criptovalute che si possa ottenere da Dalio. Infatti ha detto che i governi, per paura di competere con il Bitcoin per la salvaguardia del sistema monetario sovrano, potrebbero rifarsi sui suoi proprietari dato che “Bitcoin’s greatest risk is its success“.
Un Precedente Per Questo Momento
Questo fatto ci porta indietro a una piccola lezione di storia. In seguito agli accordi di Bretton Woods del 1944, il tasso di cambio globale venne ancorato al dollaro, che a sua volta era garantito dall’oro. Durante gli anni ’60, però, la spesa interna del governo USA aumentò per via degli armamenti della Guerra Fredda contro l’URSS e le spese legate alla Guerra in Vietnam.
Il grosso indebitamento portò all’esaurimento delle riserve auree statunitensi da circa 20 tonnellate degli anni ’50 a meno di 10 tonnellate nel 1970. Di conseguenza il Presidente Richard Nixon rimosse gli Stati Uniti dall’ancoraggio dal gold standard l’anno seguente, di fatto trasformando il dollaro in una comune valuta nazionale. E così è rimasta fino a oggi.
Dalio ritiene che la situazione attuale sia simile a quella del 1971: “As you look at the budgets, and you look ahead, we know we’re going to need a lot more money, a lot more debt“.
Ha inoltre aggiunto che: “You need to borrow money? You have to print that. You need more money? So, taxes go up and that produces a dynamic. Now I can keep going on about what happens in that dynamic. It may be capital controls. … I painfully learned in 1971 that it causes stocks to go up. It causes… gold, bitcoin, real estate, everything to go up because it’s really going down in dollars. And that’s the part of the cycle we’re in“.
Uno dei vantaggi del Bitcoin è che può essere usato come argine all’inflazione. Attualmente il tasso annuo di inflazione negli USA è del 4,2%, il doppio rispetto al 2% cui mira nel lungo periodo la Federal Reserve.
Per questo ha aggiunto: “We will have a hell of a lot of demand because we put all that money in cash all over the place. It’ll change the amount that is in the hands of individuals, and so on, and that’ll move on because cash is trash. I mean, I’d say that because it’ll have that negative real return“.
Dalio ha aggiunto: “As those prices rise – like a bond – their future expected returns go down. As they come closer to the interest rate … then there’s no longer the incentive to buy those things. And you could have trouble. It becomes very difficult to tighten monetary policy because the whole thing falls apart. Everything’s interest-rate-sensitive“.
Crescente Competizione Dalla Cina
Le politiche cinesi, come l’allentamento delle restrizioni sugli investimenti stranieri non facilitano gli USA.
Secondo Dalio “In 2015, only 2% of Chinese markets were open to foreigners. Now it’s over 60% [but] if you look at the relative pricing, and so on, it’s a whole different story because they’re not doing quantitative easing. They still have an attractive bond market. They have attractive capital markets that are more open. And as they’re more open, big investors – institutional investors, central banks, and so on – view themselves as underweighted there“.
Dalio ha aggiunto: “When you buy a Chinese financial asset, like buying an American financial asset, you have to buy their currency. So it’s supportive to their currency and it’s also supportive to their assets“.
Ha chiarito come la Cina ottiene la capacità di fatturare e prestare usando la propria valuta per i flussi di capitale in entrata: “China has been very reticent to do that [so as] not to disrupt the system. But you’re seeing more of the internationalization of the renminbi. It has an appeal for borrowers and lenders. … That dynamic is really following the same arc of monetary systems and empires pattern“.
Questo significa che, dato che il dollaro USA sta crollando, mentre il renminbi cinese cresce, una criptovaluta neutrale come il Bitcoin potrebbe svolgere le funzioni dell’oro.
Autogol Involontario
Inoltre “One of the great things, I think, as a worry is the government having the capacity to control almost any of them, including bitcoin, or the digital currencies. They know where they are, and they know what’s going on“.
I governi potrebbero iniziare a mostrare segnali di preoccupazione se chi detiene bond iniziasse a venderli in favore del Bitcoin: “The more we create savings in [bitcoin], the more you might say, ‘I’d rather have bitcoin than the bond.’ Personally, I’d rather have bitcoin than a bond,/ And then the more that happens, then it goes into bitcoin and it doesn’t go into credit, then [governments] lose control of that“.
Ma questa situazione potrebbe rendere i governi più duri nei confronti di chi detiene BTC. Secondo Dalio:
“The world is going to change at an incredibly fast pace. Whoever wins the technology race, wins it all, economically, and militarily. … That’s what the next five years look like“.
Fonte: CoinDesk.com