Il settore immobiliare in Italia offre margini ampi per l’utilizzo della blockchain come tecnologia che semplifica le procedure. Lo ha affermato Luigi Donato di Banca d’Italia durante il convegno RE Italy Winter Forum 2022.
A capo del dipartimento immobili e appalti della Banca d’Italia, Donato ha evidenziato che la blockchain si inserisce all’interno di un contesto legale già affermato nel nostro paese.
L’impiego di blockchain e smart contract consentirebbe di velocizzare e snellire le procedure relative alla “riduzione sia dei tempi di esecuzione sia dei costi di gestione e conservazione, aumentando inoltre le garanzie di autenticità degli atti e la loro non falsificabilità”.
In particolare, Donato ha ricordato come l’Italia si possa avvalere di una normativa già favorevole in questo senso. Il Decreto Semplificazioni poi convertito in legge nel 2019, fa esplicito riferimento a blockchain e smart contract riconoscendo la validità dei documenti registrati attraverso questi strumenti digitali.
Questa premessa, è emerso durante l’intervento del dirigente al convegno dello scorso 19 gennaio, è facilmente applicabile al settore immobiliare.
In particolare è possibile valutare i casi in cui gli immobili possano essere ceduti in cambio di criptovaluta, le transazioni notarizzate attraverso la blockchain e infine, la tokenizzazione degli atti di proprietà.
Si tratta di scenari in cui la blockchain può essere impiegata con facilità. Quello che resta da definire, ha detto il capo del dipartimento immobili e appalti della Banca d’Italia, riguarda la definizione della modalità d’acquisto di un immobile con criptovaluta.
Infatti resterebbe aperta la questione se considerare le criptovalute alla stregua di moneta, quindi la transazione è intesa come vendita, oppure come asset finanziario da cedere in cambio dell’immobile, quindi come una permuta.