Natale Massimiliano Ferrara dovrà affrontare un processo a Milano perché accusato di autoriciclaggio.
L’indagine della Guardia di Finanza di Milano è partita nel 2018 da una verifica antiriciclaggio e si riferisce a fatti del dicembre 2017.
Secondo l’accusa, Ferrara avrebbe violato alcune norme sul diritto d’autore e conseguito “profitti illeciti provenienti dai proprietari dei banner pubblicitari dei siti web da lui gestiti e sui quali divulgava illegalmente contenuti multimediali.”
Tra il 3 e l’8 dicembre 2017 avrebbe poi convertito circa 131 bitcoin in 1,5 milioni di euro attraverso l’exchange The Rock Trading, spostando poi la somma su un suo conto in Svizzera.
Dalle carte emergono annotazioni su un possibile collegamento tra Ferrara e la ‘ndrangheta. Secondo la GdF va evidenziata:
“L’anomala coincidenza degli indirizzi di società, riconducibili a Ferrara operanti nel settore delle cripto valute e aventi sede presso uno stabile ubicato in Svizzera le cui quote sono riferibili alla famiglia Martino, legata al clan ‘ndranghetista dei Libri.”
Ferrara nel 2017 raccolse 27 milioni di dollari con la sua società svizzera Eidoo attraverso una ICO, un vero record per l’epoca.
Il suo avvocato nega qualunque addebito:
“Le annotazioni di polizia giudiziaria dimostrano che le ipotesi investigative esplorate dagli inquirenti non hanno ottenuto alcun riscontro e hanno anzi sancito l’estraneità di Ferrara rispetto a qualsiasi attività illecita riconducibile, sia pure indirettamente, alla ‘ndrangheta o ad altri consimili fenomeni criminali.”
È di questa settimana la notizia del processo a cui dovrà sottoporsi anche Francesco Firano, l’ideatore di Bitgrail, il cui fallimento ha prodotto un danno di 120 milioni di euro.