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Tre Crypto Che Devi Seguire Nel 2022

crypto che esploderanno

Ecco le tre criptovalute più promettenti dell’anno su cui siamo bullish! Parliamo del valore intrinseco che i progetti hanno, non del prezzo che dipende anche da altri fattori, per esempio dalla speculazione e che quindi è assolutamente imprevedibile.

Ethereum

Fee e lentezza

Tra le migliori crypto 2022 non possiamo non considerare Ethereum. Si parla spesso dei difetti di Ethereum, in particolare delle gas fee eccessive e della notevole lentezza in certi momenti. Si parla molto delle chain cosiddette Ethreum killer che risolvono, invece, questi problemi. In effetti Ethereum poteva rischiare di diventare una rete riservata a chi muove capitali consistenti e non teme le commissioni elevate. I trader che invece movimentano piccoli capitali sono frenati dai costi esagerati delle transazioni.

Inflazione e burning

Altro problema che fino a poco fa poteva frenare la crescita di Ethereum era la sua natura inflattiva, dovuta all’offerta potenzialmente illimitata. L’anno scorso è stato introdotto il meccanismo del burning, per cui parte delle fee adesso vengono bruciate, abbassando di fatto la fornitura e rendendolo interessante – come Bitcoin – anche come riserva di valore.

Staking

A ciò bisogna aggiungere lo staking di ETH e quindi il blocco della supply che, nel momento in cui scriviamo, è arrivata al 10% (era il 3% meno di un anno fa) che alimenta ulteriormente la fiducia in un apprezzamento del token.

Trend

Altro punto da considerare. Oggi vediamo che i trend sono: DeFi, NFT, metaverso. Bene, questi trend nascono su Ethereum ed è qui che è concentrata la maggior parte della liquidità. È lecito pensare che molti protocolli – non tutti, certo – continueranno a scegliere la blockchain Ethereum che nel frattempo, grazie ai layer-2, continua a migliorare.

E tutto questo senza parlare dei miglioramenti che ci saranno con l’implementazione di Ethereum 2.0!

Tokemak

Liquidità sostenibile

Il protocollo Tokemak nasce per risolvere il problema della liquidità, generando liquidità sostenibile. Ci è riuscito? Nonostante non se ne parli molto, parrebbe proprio di sì e questo ne fa un progetto da tenere assolutamente in considerazione.

Sono gli investitori che forniscono liquidità alle pool permettendo loro di funzionare, ma chi opera su un protocollo DeFi è esposto a diversi rischi:

  • Impermanent loss
  • Liquidità mercenaria che può scappare da un progetto a un altro ritenuto più promettente, compromettendo il primo
  • Commissioni da pagare per ogni operazione che, nel caso si tratti di blockchain Ethereum, sono disincentivanti

Tokemak è un fulgido esempio di DeFi 2.0, cioè di finanza decentralizzata innovativa che nasce per risolvere i problemi di quella precedente.

Architettura

Il sistema escogitato dal team di sviluppatori di Tokemak è piuttosto complesso, basti dire che qui non è necessario versare nella pool due coin come si fa sempre, ma una soltanto.

Inoltre è previsto un meccanismo dinamico di APR (tasso percentuale annuo) che sono variabili: gli investitori sono incentivati a versare coin da una parte o dall’altra in base alle necessità e in questo modo il sistema si autosostiene perché tutti ci guadagnano.

Perplessità

Le perplessità nascono dal fatto che Tokemak è un progetto ancora troppo giovane che deve affermarsi ma, proprio per questo, potenzialmente più remunerativo.

Il token TOKE è in buona parte in stake, pertanto, se un numero cospicuo di investitori decide di passare all’incasso, il suo valore scenderebbe.

Nel momento in cui scriviamo il token TOKE è al 3024° posto su coinmarketcap per capitalizzazione di mercato.

Kadena

Proof of work 2.0

Kadena usa la proof of work, lo stesso meccanismo di consenso della regina delle crypto, Bitcoin. Il team di Kadena è però riuscito a rendere scalabile la sua blockchain che viene intrecciata a una seconda chain e poi a una terza e così via.

Alla fine sono state connesse 27 chain tra loro generando un throughput di 700mila transazioni al secondo, un livello che non è stato mai testato da nessuno, nemmeno da Solana. Più chain vengono collegate e più il TPS (Transactions per Second) aumenta.

Questa architettura unica a catena le consente di scalare illimitatamente.

Con un throughput così, sostiene il team, non occorre passare alla proof of stake, considerando che la proof of work è il meccanismo di consenso più sicuro.

In pratica Kadena integra il meglio di entrambi i meccanismi di consenso: la sicurezza della PoW e la scalabilità della PoS. È qualcosa che ci appare rivoluzionario,  unico.

Team

I creatori di Kadena sono Stuart Popejoy che ha lavorato in JPMorgan e Will Martino che ha lavorato alla SEC (la Consob americana). Insieme, hanno realizzato la prima blockchain per il colosso finanziario americano, la JPM Coin.

Tra i consulenti, spicca il nome del grandissimo Stuart Haber, uno degli inventori della blockchain, 20 anni prima di Bitcoin: l’autore più citato nel whitepaper di Satoshi Nakamoto.

Perplessità

Si tratta di un progetto ancora troppo giovane.

A oggi sono pochi i wallet e gli exchange che supportano KDA, ma c’è Binance.

Nel momento in cui scriviamo il token KDA è al 96° posto su coinmarketcap per capitalizzazione di mercato.

 

Attenzione: questi non sono consigli finanziari per investire in criptovalute ma semplici osservazioni e punti di vista personali.

 

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