Ci sono sviluppi nella vicenda della New Financial Technology, la società crypto nata a Silea nel trevigiano ma con sede a Londra e Dubai.
La società ha da poco bloccato i fondi a circa 6.000 investitori, quasi tutti in Veneto, Emilia, Lombardia e Lazio per “problematiche interne non previste”. Pur dicendosi disponibile a “rifondere ogni investitore”, la società, che ha un capitale sociale di appena 1.000 sterline, è a rischio crac.
L’avvocato Moschini del Movimento Difesa del Cittadino sta raccogliendo le testimonianze dei truffati e finora ha ipotizzato uno schema Ponzi: la società pagava gli elevati interessi promessi (fino al 10% mensile) prelevando il denaro dai nuovi investitori che via via aderivano. Quando i clienti sono diminuiti, la New Financial Technology non ha avuto più la possibilità di pagare.
Adesso ci sono delle novità: intanto, si parla di un buco da 100 milioni, ma poi:
- i soci cominciano ad accusarsi a vicenda. In particolare, il romano Emanuele Giullini sta per denunciare il socio trevigiano Christian Visentin che avrebbe alleggerito le casse societarie
- il white paper della New Financial Technology ha il timbro di Bcademy, l’Accademia che a Pordenone offre consulenze, corsi e servizi a privati e aziende che vogliono affacciarsi al mondo delle blockchain. Alla presentazione del white paper a Lugano, in Svizzera, era presente anche Guido Giuseppe Pascotto, presidente di Bcademy, che ha sottoscritto il prospetto e che sarebbe loro cliente.
La New Financial Technology (Nft) aveva lanciato un token, chiamato Nftc, “uno strumento di marketing per raccogliere fondi e fidelizzare il cliente da parte di Nfti (Nft International) e uno strumento speculativo per poter condividere il successo di Nfti da parte degli utenti e dei partner.”
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